Il Tempio senza luce
In un Tempio, labirinto di stanze e scale senza luce, vissero i Veraldi, cinque pittori, tra cui Edra. Per un tempo indefinito intrecciarono pensieri e colori e dipinsero capolavori che rimasero soltanto immaginati, poiché l’oscurità non permise di vederli. Edra concepì una stella e la chiamò Miterde, la Luce: ritrasse un astro capace di scaldare senza bruciare e di illumimare le tele.
Edra la creò oltre la tela, sul piano materiale; la sua luce raggiunse le porte del Tempio e rivelò i quadri di ciascuno. Allora Edrago , suo fratello diretto, mostrò Herebo, “Casa di Luce”, stella delle stesse dimensioni ma più ornata. Edra lo accusò d’averla imitata; Edrago affermò che Herebo fosse nato prima, benché ignorato nel buio e nei racconti inascoltati.
I Veraldi si scontrarono. Dipinsero battaglie e mondi spezzati; Edra distrusse le guerre rompende le tela , creando frantumi di stelle nello spazio, poi decretò che se Herebo fosse nato, sarebbe rimasto lontano da Miterde: più piccolo, spoglio e freddo. Edrago allora creò Herebo ai margini dello spazio e scomparve.
I quattro pittori rimasti tentarono di richiamarlo e diedero vita all’opera più grande: Dhemetra. Quando compresero che Edrago non sarebbe tornato, si dissolsero, tranne Edra.
Edra dipinse un varco tra Dhemetra e Miterde, una volta verso il Tempio per pochi mortali. I primi eroi di Dhemetra la raggiunsero, ed ella depose i pennelli, poiché le sue tele non avrebbero superato le creature che allora vide in carne e ossa. Edrago si celò su Herebo e continuò a dipingere con materiali nati da una stella senza vita: opere cupe e ostili a Dhemetra, che egli osservò da lontano tra le nubi del suo piccolo astro.